Gli ozi di Fucecchio


Nel libro-testamento mons. Livio ringrazia i benefattori della sua vita
Presentazione postuma della pubblicazione di Mons. Livio Costagli “Gli ozi di Fucecchio” Sabato 14 aprile alle 16 a Santa Croce (sala parrocchiale)

SANTA CROCE SULL’ARNO – Ha visto la sua ultima pubblicazione pochi giorni prima di lasciare questa terra e, malgrado le sue precarie condizioni di salute ha chiesto di andare avanti e presentare il suo volume, secondo quanto stabilito, indipendentemente  da cosa potesse essergli capitato. Ecco che è affidato a “Gli Ozi di Fucecchio il “libro-testamento” di uomo e di sacerdote di mons. Livio Costagli. Una fatica letteraria durata più di un anno e a cui ha tenuto fino all’ultimo, di cui ha visto la luce che ha fortemente voluto per lasciare e che fa seguita ad un'altra pubblicazione di tre anni fa (ndr “La vita è bella, la vita del prete è più bella”). Si intitola “Gli ozi di Fucecchio” e ha come sottotitolo “I giorni di don Livio Costagli, prete, parroco, emerito e oltre...”, circa 176 pagine scritte da mons. Livio Costagli, per tanti anni proposto di Santa Croce sull’Arno. Lo scopo del libro? Ringraziare i benefattori della sua vita e riproporrre oggi fatti, eventi e persone che hanno fatto tanto del bene. Quale modo migliore per ricordare i 90 anni? Malgrado le non buone condizioni di salute mons. Costagli ha stilato il programma e lo ha reso noto ad ex parrocchiani, conoscenti e sacerdoti e ha chiesto che sia realizzato indipendentemente dalla sua presenza. Sabato 14 aprile alle ore 16 a SantaCroce sull’Arno presso la Sala Parrocchiale è prevista la presentazione del volume, mentre il giorno seguente la messa delle ore 10 in Collegiata a Santa Croce sarà la messa di ringraziamento in occasione dei suoi 90 anni. 90 anni che don Livio ha già compiuto lo scorso febbraio.
Il libro, pubblicato da Fm edizioni e con il coordinamento editoriale di Fabrizio Mandorlini, ha l’introduzione firmata da don Luciano Marrucci che scrive: “… don Livio, giunto al vespro della sua giornata terrena, torna sulla riva dove la risacca dei ricordi gli rimanda la memoria di parole, di gesti e di episodi dell'infanzia, della giovinezza e ancora più della vita trascorsa ad Orentano e a Santa Croce. Riflessioni, nostalgie senza malinconie anche se traspare a volte il rimpianto per non poter stringere ancora ciò che mani stanche hanno dovuto abbandonare”.
Ha scritto don Livio: “Dal primo otttobre 2005 sono diventato parroco emerito della parrocchia di San Lorenzo Martire in Santa Croce, ho lasciato la casa canonica di via Ciabattini 6, e sono andato ad abitare a Fucecchio in via Provinciale Fiorentina 102 con mia sorella Armida, assistita con tanto amore dalla nipote Annunziata Costagli.  Che fare? Trovandomi di punto in bianco senza impegni di orari e di doveri diretti nei riguadi della parrocchia, ho chiesto al nuovo parroco di San Lorenzo in Santa Croce di poter concelebrare la S.Messa in quella parrocchia, dove per 42 anni ero stato parroco e gentilmente mi è stato concesso.
Il vescovo mi ha nominato Canonico della Cattedrale, ma date le mie condizioni di salute mi ha dispensato dal partecipare agli impegni inerenti alla nuova nomina. La mia giornata di Parroco emerito sarà contrassegnata dalla S.Messa, dalla visita a Gesù sacramentato, dalla recita del breviario e del santo Rosario e dalla preghiera personale.
Ho riletto intanto tutti i documenti del Concilio, sto leggendo il Catechismo della Chiesa Cattolica e il libro di Joseph Ratzinger su Gesù, ho riguardato più volte il mio libro “La vita è bella, la vita del prete è più bella”, accorgendomi che, per varie cause, fu scritto un po’ in fretta. Con questo nuovo libro ho intenzione di rivedere e di completare quello che nel primo libro è stato omesso cambiando però la prospettiva. Per documentarmi mi sono avvalso di alcuni quaderni di memorie precedenti la mia ordinazione sacerdotale e in particolare dei cinque volumi del Bollettino Parrocchiale “Santa Croce”. Da questi volumi e da queste memorie, come da “palo in frasca” ho preso quello che ho creduto più interessante. Dopo aver catalogato per argomento gli articoli che ritenevo meritevoli, ho dato un ordine logico ai capitoli, secondo quelle che mi sembravano le priorità.
Rileggendo e scorrendo tutte quelle pagine mi è sembrato di rivivere di nuovo, tutto d’un fiato, i tanti momenti belli e le tante emozioni da me vissute. Emozioni che non sono solo mie, ma di tutta la comunità santacrocese, molti dei quali hanno segnato la storia recente di questa amata parrocchia e cittadina. Sono scorsi davanti ai miei occhi tanti volti di persone che hanno fatto del bene, tante situazioni che, giorno dopo giorno, hanno fatto crescere Santa Croce sull’Arno e di cui sono stato per tanti anni testimone”.
“Ci sarebbe tanto ancora che meriterebbe di essere ricordato, - conclude don Livio - spero apprezzerete questa mia umile ricerca che non ha alcuna pretesa, se non quella di utilizzare il mio tempo, il mio “ozio”, in qualcosa che possa essere utile per me come per tutti voi”.






In un primo tempo questo titolo non mi era sembrato appropriato, lo confesso. Nel secondo libro delle guerre puniche Tito Livio (un omonimo, in fondo) ha reso celebre questa dizione: gli ozi di Capua.
Annibale dopo la grande vittoria riportata a Canne, invece di dirigersi verso Roma commise l'errore di portare il suo esercito a Capua. Fu il dolce far niente che fiaccò definitivamente il corpo e lo spirito di quei guerrieri giudicati fino ad allora invincibili… Invece se c'è una cosa che non appartiene a don Livio Costagli è proprio l'ozio.
Solerte pastore di anime a Orentano e a Santa Croce, ha profuso energie nella edificazione spirituale e materiale della casa di Dio fra gli uomini; con zelo incessante, per non dire febbrile; tuttora si rende presente a qualsiasi incontro diocesano, facendo sentire la sua voce vibrante interpretata da tutti come una testimonianza attiva e costruttiva. E’ chiaro: gli ozi di Fucecchio non hanno a che vedere con gli ozi di Capua…
Credo proprio che l'autore si sia ispirato proprio alla concezione che avevano i Romani su come poteva essere divisa la giornata: i patrizi romani la ripartivano così: “Otia et Negotia” (nego otium). Con questa seconda locuzione indicavano la fase in cui ci si occupava di affari, e di qualunque attività collegata alla pecunia e al risultato pratico. "Otia" segnava invece la fase in cui il cittadino si volgeva ad "interessi disinteressati: conversari, scambi culturali, riflessioni sul passato ed anche progettazioni sul futuro. Quindi gli "Otia" corrispondevano al momento creativo, rispetto ai "Negotia" nei quali l'individuo operava per un tornaconto personale.
Così don Livio, giunto al vespro della sua giornata terrena, torna sulla riva dove la risacca dei ricordi gli rimanda la memoria di parole, di gesti e di episodi dell'infanzia, della giovinezza e ancora più della vita trascorsa ad Orentano e a Santa Croce. Riflessioni, nostalgie senza malinconie anche se traspare a volte il rimpianto per non poter stringere ancora ciò che mani stanche hanno dovuto abbandonare.
Con questo libro l'autore dà compimento al disegno già tratteggiato ne "La vita è bella, la vita del prete è più bella". Una testimonianza che, oltre a definire un profilo, consegna il racconto di una vita. Quella di un fanciullo cresciuto nella campagna di Bucciano, spiga della nostra terra, quasi primizia dei nostri campi da riservare al Signore. Così accadde a Samuele; anche la sua lampada è ancora accesa.
Don Luciano Marrucci


INTRODUZIONE

Dal primo otttobre 2005 sono diventato parroco emerito della parrocchia di San Lorenzo Martire in Santa Croce, ho lasciato la casa canonica di via Ciabattini 6, e sono andato ad abitare a Fucecchio in via Provinciale Fiorentina 102 con mia sorella Armida, assistita con tanto amore dalla nipote Annunziata Costagli.
Che fare? Trovandomi di punto in bianco senza impegni di orari e di doveri diretti nei riguadi della parrocchia, ho chiesto al nuovo parroco di San Lorenzo in Santa Croce di poter concelebrare la S.Messa in quella parrocchia, dove per 42 anni ero stato parroco e gentilmente mi è stato concesso.
Il vescovo mi ha nominato Canonico della Cattedrale, ma date le mie condizioni di salute mi ha dispensato dal partecipare agli impegni inerenti alla nuova nomina. La mia giornata di Parroco emerito sarà contrassegnata dalla S.Messa, dalla visita a Gesù sacramentato, dalla recita del breviario e del santo Rosario e dalla preghiera personale.
Ho riletto intanto tutti i documenti del Concilio, sto leggendo il Catechismo della Chiesa Cattolica e il libro di Joseph Ratzinger su Gesù, ho riguardato più volte il mio libro “La vita è bella, la vita del prete è più bella”, accorgendomi che, per varie cause, fu scritto un po’ in fretta. Con questo nuovo libro ho intenzione di rivedere e di completare quello che nel primo libro è stato omesso cambiando però la prospettiva. Per documentarmi mi sono avvalso di alcuni quaderni di memorie precedenti la mia ordinazione sacerdotale e in particolare dei cinque volumi del Bollettino Parrocchiale “Santa Croce”. Da questi volumi e da queste memorie, come da “palo in frasca” ho preso quello che ho creduto più interessante. Dopo aver catalogato per argomento gli articoli che ritenevo meritevoli, ho dato un ordine logico ai capitoli, secondo quelle che mi sembravano le priorità.
Rileggendo e scorrendo tutte quelle pagine mi è sembrato di rivivere di nuovo, tutto d’un fiato, i tanti momenti belli e le tante emozioni da me vissute. Emozioni che non sono solo mie, ma di tutta la comunità santacrocese, molti dei quali hanno segnato la storia recente di questa amata parrocchia e cittadina. Sono scorsi davanti ai miei occhi tanti volti di persone che hanno fatto del bene, tante situazioni che, giorno dopo giorno, hanno fatto crescere Santa Croce sull’Arno e di cui sono stato per tanti anni testimone.
Ci sarebbe tanto ancora che meriterebbe di essere ricordato, spero apprezzerete questa mia umile ricerca che non ha alcuna pretesa, se non quella di utilizzare il mio tempo, il mio “ozio”, in qualcosa che possa essere utile per me come per tutti voi. Buona lettura.

don Livio