Un tempo nella provincia toscana nei ricordi di Giovanni Pezzatini

Giovanni Pezzatini è l'autore di un vero e proprio viaggio nella memoria nei luoghi dove ha vissuto la prima metà della sua vita: Cerreto Guidi. 96 pagine, il libro è arricchito dalle note introduttive del vescovo Carlo Ciattini, cerretese, della professoressa Grazia Arrighi e di Gianfranco Bartolini.
Questo viaggio nella memoria di Giovanni Pezzatini, senza avere intenti poetici o letterari, ma con stile semplice, asciutto e lineare, più una cronaca di ricordi che un vero e proprio racconto, fa emergere il forte e profondo attaccamento che l’autore ha con le proprie radici. In questo percorso a ritroso nel tempo, in una sapiente raccolta di immagini del ricordo, che si snodano dall’infanzia all’adolescenza e si caratterizzano in numerosi temi dalla famiglia, ai giochi, alle feste, alla scuola, al lavoro, è riuscito a riportare in vita luoghi, tradizioni, persone, modi di vivere semplici e genuini, del borgo, nella casa paterna, e, del piano, nella dimora dei nonni, dove è cresciuta e maturata la sua vita.
Così, sul filo dei ricordi, nell’amore profondo per il suo paese e per quei luoghi familiari e unici che si conservano indelebili nella memoria, si dipana una carrellata di eventi, esperienze, circostanze che fanno riaffiorare, nel passato di un mondo semplice e rurale, una relazione intima e profonda con i luoghi che fa entrare in contatto con l’essenza stessa delle persone, dei paesaggi, degli ambienti, delle situazioni, degli stili di vita sobri e sereni di bambini, giovani e adulti che qui vengono tratteggiati. Fraternamente. +Carlo Ciattini



Se si volesse applicare un’etichetta letteraria a questo libro di Giovanni Pezzatini, la più indicata sarebbe forse quella di “romanzo di formazione”, perché il tratto della sua vita che l’autore qui rievoca va per l’appunto dall’infanzia alla maggiore età, fino al completamento di sé attraverso l’amore, e fa spazio a tutto un mondo di persone, ambienti e circostanze in cui questa formazione si è realizzata. Ma fortunatamente il libro non ha le finzioni e gli artifici della letteratura. D’altronde non si tratta certo nemmeno di un documento oggettivo, una registrazione di fatti. È un “amarcord”, senza l’intonazione onirica e surreale dell’archetipo felliniano, che assume anzi la consistenza di una testimonianza di vita, filtrata dalla memoria con sincerità e al tempo stesso con discrezione, attraverso liberi percorsi rievocativi. Nel ricordo sono privilegiate le esperienze di relazione, familiari e sociali, con attenta sensibilità per il contesto: un angolo di Toscana con le sue modificazioni nel corso del tempo, dal dopoguerra fino a metà degli anni ’60. Dall’infanzia all’adolescenza, alla piena giovinezza del narrante, mentre dai disagi e dalle penurie lasciate dagli eventi bellici, ci si avvia verso la ripresa, fino agli anni del boom. La vita in famiglia, la scuola, la frequentazione della parrocchia e dei gruppi giovanili di ambito cattolico, gli studi superiori fino all’università, in un intreccio continuo di rapporti umani, personali e sociali, che danno a tutto il racconto il sapore intenso delle esperienze che arricchiscono, via via, la crescita del protagonista. Tante figure animano queste esperienze: il babbo calzolaio, che, per sfortunate circostanze familiari, non ha potuto studiare e che, anche per questo, sostiene poi con convinzione il percorso di studi dei suoi figli; la nonna materna nella sua casa nella campagna, luogo di vacanze felici, vissute nella semplicità e nella sicurezza degli affetti; artigiani e bottegai del paese e gli amici, compagni di giochi e passatempi. E di pari passo l’intensità della passione per la lettura in un ragazzo nato in una casa senza libri. È così che nel suo libro Giovanni Pezzatini, docente di chimica all’Università, ci racconta la conquista della propria maturazione umana e civile, fino all’incontro conclusivo con la ragazza della sua vita.
Il linguaggio è semplice e diretto, senza fronzoli e civetterie letterarie. Un testo che si legge velocemente e ci lascia fiutare gli odori delle stanze di casa o della campagna fuori, ascoltando le voci e i rumori per le vie del paese e seguendo un andirivieni di ricordi e di pensieri a cui l’autore, con vigile discrezione, non consente mai di sfumare nel sentimentale. Una lettura da definire edificante perché, attraverso la rievocazione schietta di esperienze vissute, si risolve in un incoraggiante messaggio: la fiducia nei valori positivi della nostra esistenza, così nell’ambito personale e familiare come in quello dei rapporti che a vario titolo si intrattengono con il resto del mondo.
Grazia Arrighi

La memoria del proprio passato non è solo nostalgia o ricordo di situazioni belle o dolorose, ma principalmente è una fonte alla quale attingere valori ed esperienze per costruire al meglio il futuro personale e collettivo. Le pagine dell’amico Giovanni rievocano esperienze personali vissute in una realtà di paese in un particolare momento storico (il dopoguerra, la ricostruzione, lo sviluppo della
nazione) nelle quali mi riconosco per aver vissuto analoghe esperienze. Sono un quadretto molto preciso di storie locali che si rapportano molto bene ad una realtà piu ampia da presentare alle giovani generazioni come testimonianze da confrontare con la realtà sociale del presente, perché ci sia una precisa presa di coscienza che quello che attualmente essi sono, è anche frutto della storia passata. I giovani mettono in relazione la loro realtà presente con quella passata come in questo volumetto viene presentata. Possono rendersi conto del continuo progredire dell’uomo nel soddisfare i propri bisogni materiali per una migliore qualità della vita. Nello stesso tempo devono prendere coscienza che il progresso materiale e morale presuppone I’impegno personale e collettivo. L’uomo è un uomo se ha una memoria, se ha un avvenire, se ha una speranza. Chi non sa da dove viene difficilmente saprà dove andare.
Ringraziamo quindi Giovanni per il suo buon lavoro che ci consente di ricordare e di riflettere.
Gianfranco Bartolini