Palmira Valori, Castelfranco di
Sotto, 7 marzo 1945: “Mio padre aveva un gregge di pecore che custodiva nel
padule per evitare che le prendessero i tedeschi. Il 22 agosto 1944, mio padre
lasciava la casa [in località Alberelli, presso Stabbia] per andare a vedere le
sue pecore. Fu l’ultima volta che lo vidi vivo”.
Alfredo Soldaini, Castelfranco di
Sotto, 8 marzo 1945: “Improvvisamente colpi cominciarono a cadere attorno a noi
[…] Poco dopo 5 tedeschi apparvero armati con pistola e mitra. Essi venivano
brutalmente contro di noi e ci fecero allineare. […] Capii cosa stava
succedendo e […] cominciai a correre”.
Umberto Orsucci, recentemente:
“Nato a Santa Croce sull’Arno il giorno 11/01/1921, chiamato alle armi
l’8/01/1941 [,] destinato al reparto autonomo Giacomo Medici […] Sono stato
catturato il 9/04/1943 a Capo Bon (Kelibia) dalle truppe inglesi. […] Dopo
tante tragedie, […] sono tornato a casa sano e salvo”.
Queste sono solo tre delle
numerose testimonianze dirette che i curatori del presente saggio riportano per
descriverci come, dalla fine del luglio ’44 all’inizio del settembre dello
stesso anno, Santa Maria a Monte, Castelfranco di Sotto, Santa Croce sull’Arno
e le altre località che si affacciano sulla riva nord del fiume, ebbero un
ruolo di primo piano negli scontri tra alleati e tedeschi.
Fornire una ricca documentazione,
il più possibile obiettiva, super partes, è infatti l’obiettivo fondamentale –
e pienamente raggiunto – di quest’opera.
A cura di: Claudio Biscarini, Luciano Niccolai, Fabrizio
Mandorlini e Carisio Barontini