Qui c’enno, ovvero “ci sono” tutti i suoni, gli odori, le consuetudini,
i personaggi – es. Capoccio, Memmo, Tonio, Beppe, Preciso, Rossino –, i
mestieri – es. il pollaiolo, i barbieri, la ricamatrice, le pettinatrici, i
calzolai, i falegnami, i muratori, i fabbri, i mediatori, i barrocciai, i
fornaciai –, i fatti semplici e strani, il lessico familiare, e quindi
l’inconfondibile specificità di un territorio: quello di Corazzano, il Leccio.
Questo libro è la storia di un
paese raccontata in prima persona da un suo abitante: Emilio Nacci, detto
appunto “la memoria vivente di Corazzano”.
“Nel 1936 quando furono fatte le
scuole, era avanzato un triangolo di terra (dove ora c’è la Pubblica assistenza
e casa Bulleri); serviva anche per giocarci al calcio, furono comprate le
maglie, azzurre con lo stemma di Corazzano […] Nell’ottobre del 1945 fu
inaugurato l’attuale campo sportivo, più tardi ingrandito per fare i
campionati.”
“La pieve. […] Tutta la vita del paese è passata per tanti
anni dalla pieve, specie quando Corazzano era ancora poco abitato e i contadini
vivevano nelle case sparse della campagna.”
Possiamo dire, a ragione, che il volume “è certamente un
contributo […] perché tutti si comprenda che la vita di ognuno è un albero con
radici ben solide nella terra-cultura di chi ci ha preceduto”.
Autore: Emilio Nacci
Pagine 190 - Euro 10